Area Archeologica di San Nicola
Testimonianze Archeologiche
La maggiore concentrazione di testimonianze archeologiche ancora visibili sull’isola di Favignana, si trova nella località di San Nicola, sulla costa nord-orientale, a poca distanza dalla colonia fenicia di Mozia. Grazie alla facilità d’approdo alla presenza di acqua dolce, la zona fu interessata da un insediamento sin da epoca arcaica, documentato dalla presenza di grotte ad uso abitativo e funerario come la Grotta del Pozzo. Composta da Ipogeo, con dromos a gradoni, di notevole rilevanza storico-archeologica per la presenza di iscrizioni e raffigurazioni, riferibili alla fase punica e neo-punica (IV sec. a.C. – I sec. d.C.), che attestano l’utilizzo della grotta come luogo di culto o sepoltura. La grotta fu frequentata anche in periodo tardoantico e paleocristiano. Troviamo poi le Vasche Cetarie: ambienti quadrangolari, scavati nel banco roccioso e intonacati con cocciopesto e disposti in file parallele. Si presume che si tratti di vasche o cetariae (vivai) per la salagione di pesce o per la preparazione di garum. Famosa la Grotta di San Nicola: cavità profondamente alterata dall’erosione marina ed eolica. All’interno della grotta sono presenti incisioni raffiguranti due quadrupedi e una figura antropomorfa. Troviamo, inoltre, la Tomba a Forno: porzione di cavità ipogea, in parte mutilata dai tagli di cava, che presenta le caratteristiche di una tomba del tipo “a forno” dell’Età del Bronzo. Il Bagno delle Donne: così detto perché interpretato come un impianto termale di epoca romana. Si tratta di un ambiente ipogeo con vasche rivestite di tessere vitree, collegato al mare da un cunicolo. È probabile che si tratti di un impianto per la lavorazione del pesce, risalente al III sec. a.C. La Necropoli e la Grotta dello Stemma: necropoli con tombe a fossa scavate nella calcarenite, databile al III-II sec. a.C. L’intera zona costituiva un’area sepolcrale, riutilizzata in periodo tardoantico, come è dimostrato da alcune tombe ad arcosolio ed una a baldacchino. Alcuni ipogei vennero trasformati in prigioni nel XVI sec. come la Grotta dello Stemma spagnolo (1570). Insieme a queste, altre testimonianze sono presenti ed arricchiscono il corredo archeologico dell’isola. La cultura punica a Favignana fu sicuramente radicata e predominante, continuando a sopravvivere, nelle sue manifestazioni più tipiche della vita religiosa e del culto, anche in epoca romana, ad almeno un secolo di distanza dalla Battaglia delle Egadi (241 a.C.) che concluse la Prima Guerra Punica. La zona di S. Nicola occupa la cuspide della grande piana orientale dell’isola e si trova a circa un chilometro ad est dall’abitato di Favignana, nei pressi del cimitero odierno. La costa e la campagna di S. Nicola si estendono su calcareniti calabriane di facile escavazione, per questo motivo la zona è cosparsa di cavità ipogee, la cui frequentazione si attesta, presumibilmente, dalla preistoria fino al periodo romano e paleocristiano.
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- Strada Comunale Costiera di Tramontana, 28, 91023 Favignana TP