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Pantelleria

Pantelleria letteralmente “Figlia del vento”, sorge tra l’Africa e l’Europa. Dista 67 km dalla costa tunisina e 85 da quella siciliana. Non appartiene a nessun arcipelago ed è la più grande tra le “isole satelliti” della Sicilia con una superficie di 83 kmq e un perimetro di 51,5 km. Nota per la sua centralità nel Mar Mediterraneo, scalo intermedio tra Africa e Sicilia e caposaldo per il commercio col Levante, Pantelleria si caratterizza per la singolarità del suo paesaggio, nel quale agli elementi naturali (colate laviche a blocchi, cale e faraglioni) si aggiungono i manufatti creati dall'uomo: muri a secco, con la quadruplice funzione di spietrare il fondo, contenere il terreno, delimitare la proprietà fondiaria e proteggere dal vento; giardini panteschi, costruzioni quasi sempre cilindriche in muratura di pietra lavica a secco con la duplice funzione di proteggere gli agrumi dal vento e di controllare gli effetti micro-climatici per un giusto apporto di acqua alla pianta, laddove l'isola ne è naturalmente sprovvista; dammusi, fabbricati rurali con spessi muri a secco, cubici, con tetti bianchi a cupola ed aperture ad arco a tutto sesto, atavici esempi di architettura bio-climatica. 

La perla nera” del mediterraneo, così viene definita Pantelleria, è un’isola di origine vulcanica e nonostante l’ultima eruzione risalga al 1891 e si tratti ormai quindi di un vulcano spento, la sua vita geologica è ancora in attività con fenomeni vulcanici secondari molto presenti, prevalentemente acque calde e soffioni di vapore, che contribuiscono a caratterizzarla e renderla unica. 

Il punto più alto dell’isola si raggiunge sulla cima della Montagna Grande a ben 863 metri sul livello del mare. Pantelleria è formata da rocce acide ricche di materiali sodici, unici al mondo, che sono presenti solo su quest’isola e per questo prendono il nome di Pantelleriti. Studiandoli si è arrivati ad identificare il periodo di nascita di quest’isola circa 500.000 anni fa, durante l’era del terziario. Il territorio dell’isola deve la sua conformazione, oltre che ai mutamenti vulcanici, anche alla presenza dell’uomo che nei secoli ha dovuto combattere contro il vento e la siccità. Così sono stati costruiti: i terrazzamenti per l’agricoltura, i giardini panteschi ed i Dammusi, che insieme alla fitta vegetazione di tipo mediterraneo, alle piante del famoso cappero di Pantelleria ed alle coste rocciose, regalano un paesaggio meraviglioso, unico e suggestivo. 

 

Prodotti tipici del territorio:

 

I Capperi di Pantelleria sono gli unici riconosciuti come I.G.P. per la loro altissima qualità, fioriscono tra la fine di maggio e l’inizio di settembre.  Vengono coltivati nella Piana della Ghirlanda, ma crescono anche spontaneamente sull’intera isola. Il cappero di Pantelleria è conosciuto sin dall’antichità, ne parlano infatti già autori come Dioscoride e Plinio. Nell’isola vulcanica al centro del mediterraneo ha trovato il suo habitat ideale. A Pantelleria dalla metà di maggio ci si alza prima del sole. È il tempo della raccolta dei capperi. Un mestiere duro che testimonia la vocazione agricola dell’isola. Una pianta elegante e generosa, il cui fiore – il cappero – viene raccolto prima che sbocci, e il frutto – il cucuncio – appena qualche settimana dopo. La raccolta del cappero è un rito che accompagna per tutta l’estate, per poi procedere alla salatura affinché questo concentrato di sole, mare, vento e sale custodisca sulla tavola il gusto di Pantelleria per tutto l’anno.

 

Il Passito di Pantelleria è un vino leggermente liquoroso, dolce e aromatico, profumato e intenso. Una chicca nel panorama dei passiti italiani, premiata dalla DOC nel 1971. Il tipo di coltura è unico e si chiama ad alberello basso. Le piantine sono in una conca, una sorta di grande buca nel terreno, sotto il livello del mare per proteggerle dallo scirocco che soffia sull’isola, dalla salsedine e trattenere l’umidità. Per tutti questi motivi, la viticoltura qui si è meritata l’aggettivo di eroica. Il disciplinare è molto severo. Tutto deve avvenire sull’isola. Non solo le uve devono essere prodotte a Pantelleria, anche tutti i passaggi di vinificazione devono essere svolte sull’isola, compreso l’appassimento delle uve e l’imbottigliamento. La varietà per eccellenza coltivata sull’isola è lo zibibbo, Moscato d’Alessandria, una varietà aromatica di origine araba dalla quale si ricava un nettare divino, il passito appunto, e si producono anche degli ottimi vini bianchi. Circondata da un’aura quasi magica, ancestrale, la produzione del Passito nell’isola si fa risalire a oltre duemila anni fa, quando nel 200 a.C. il generale cartaginese Magone descriveva la produzione della forma primitiva dell’oro di Pantelleria. Questo vino prezioso oggi chiamato “l’oro giallo di Pantelleria”.

 

Curiosità:

Se c’è un posto dove immediatamente si percepisce il legame tra la lingua ed il passato vissuto dalla sua gente, questo posto è Pantelleria. A partire dalla sua più antica dominazione, si rivela chiaramente l’etimologia araba del nome di Pantelleria, derivante da “Bent el rion” (figlia del vento).

I millenari rapporti tra italiano ed arabo iniziano ancor prima della nascita della lingua italiana, con l’arrivo degli Arabi in Sicilia all’inizio del medioevo. A Pantelleria l’apporto della lingua araba, permea visibilmente la vita pubblica e privata dell’isola; infatti appena sbarcati a Pantelleria, ci si trova repentinamente immersi in un mondo sonoro di parole ghutturali, di accenti inusuali, che evocano esotiche atmosfere. Le contrade ed i luoghi hanno nomi stranieri ed antichi, come Bukkuram, Rekhale, Karuscia, Khamma, Gadir, Khaggiar, Khattibuale, ecc. Infine, oggi, nonostante tutti i panteschi parlino perfettamente l’italiano, il lessico pantesco, contiene tuttora diversi arabismi.

 

Tra le varie curiosità di Pantelleria, c’è sicuramente il laghetto di Punta Spadillo, molto frequentato per la possibilità di poter fare il bagno anche nei giorni in cui il mare è agitato; in quanto è una conca naturale nella roccia, sopraelevata dal livello del mare, di circa due metri e che si riempie con le onde. I riflessi verde smeraldo e la sua posizione, fanno di questo laghetto un luogo suggestivo ed un’attrazione per la sua unicità.

 

Tra le rarità e le curiosità dell’isola, vi è la bella e selvaggia orchidea Serapias cossyrensis (dall’antico nome dell’isola che era Cossyra). Si tratta di una specie endemica che vive solamente in un’area limitatissima (non oltre due ettari), il suo ecosistema delicatissimo che questa pianta è riuscita a trovare.

 

Infine, si vuole menzionare tra le curiosità di Pantelleria, un’isola vulcanica con manifestazioni geotermiche secondarie, quali: le favare, la sauna naturale in grotta e le sorgenti marine calde la presenza di una sorgente di aria fredda in contrada Bugeber. Si tratta di una sorgente di aria fredda a temperatura stabile in tutte le stagioni, anche in estate ed è di 12° e proviene da Gelsifer. Quest’aria fresca si incanala tra le fessure e le pietre di Gelsifer e sfocia raffreddata in questo luogo coperto da bosco di lecci e corbezzoli, amplificando il profumo della vegetazione e dando una piacevole frescura in un’area limitata, soprattutto d’estate.

 

Le specialità culinarie di Pantelleria: 

 

Cous cous Pantesco: Il Cous Cous è un piatto di origine araba, ma ormai fa parte a tutti gli effetti della tradizione culinaria siciliana, tanto da trovarlo in diverse versioni in tutta la regione! A Pantalleria è conosciuto come Cous Cous Pantesco ed è a base di pesce fresco e verdure fritte. E' poi inumidito da un sughetto ricavato dalla cottura del pesce, che può essere o meno piccante. Viene ancora preparato con il metodo tradizionale, il quale richiede diverse ore di lavoro. Lo si trova praticamente in quasi tutti i ristoranti dell'isola ed è assolutamente da provare!

 

Insalata Pantesca: si tratta di un piatto fresco e leggero, semplice ma dai sapori decisi. Questa insalata fredda si compone di pesce, patate lesse, cipolla cruda, pomodori freschi e capperi di Pantelleria.

 

Pasta con l’ammogghio: L'ammogghio è la parola in dialetto per dire "pesto" e si tratta di un pesto a base di pomodori freschi, aglio, origano, sale e olio. In alcuni casi, si potrebbe trovare in aggiunte al pesto anche le mandorle. L'ammogghio è principalmente usato per condire la pasta, in genere gli spaghetti, ma è possibile gustarlo anche sulle bruschette durante un aperitivo. Viene anche venduto nei negozi dell'isola, quindi è possibile farsi un regalo e portarlo a casa per rivivere l'atmosfera di Pantelleria anche una volta conclusa la vacanza!

 

Bacio Pantesco: E' il dolce per eccellenza di Pantalleria!  Si tratta di frittelle farcite con ricotta e gocce di cioccolato. Perfetti per colazione, per uno spuntino o anche per concludere un pranzo o una cena.

 

Murena e cipollata: La murena è un pesce che non si trova facilmente nella maggior parte dei ristoranti italiani, ma a Pantelleria è possibile assaggiare questo particolare piatto, dal sapore agrodolce! I tranci di murena sono solitamente infarinati e poi fritti, accompagnati poi da una cipollata, ovvero un composto di cipolle, capperi di Pantelleria, aceto di vino bianco, peperoncino e foglie d'alloro.

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