L’Isola di Mozia
Mothia antica colonia Fenicia
Mozia (o anche Mothia, Motya) fu un'antica città fenicia, sita sull'isola di San Pantaleo, nello Stagnone di Marsala. L'isola si trova di fronte alla costa occidentale della Sicilia, tra l'Isola Grande e la terraferma, ed appartiene alla Fondazione Whitaker. L’isola è disseminata di resti di costruzioni e fortificazioni, tra cui spuntano la Punta Nord e un santuario. L’intera isola regalerà ai visitatori una natura affascinante e numerosi punti panoramici. Mozia fu probabilmente interessata dalle esplorazioni dei mercanti-navigatori fenici, che si spinsero nel Mar Mediterraneo occidentale, a partire dalla fine del XII secolo a.C.: e dovette rappresentare un punto d'approdo e una base commerciale morfologicamente molto simile alla città fenicia di Tiro. Il nome antico in fenicio era Mtw, Mtw, come risulta dalle legende monetali; il nome riportato in greco, Motye, Μοτύη, è citato anche da Tucidide e da Diodoro Siculo. Nell'XI secolo l'isola fu donata dai Normanni all'abbazia di Santa Maria della Grotta di Marsala e vi si insediarono i monaci basiliani di Palermo, che diedero poi essi stessi il nome San Pantaleo all'isola, dedicandola al santo fondatore dell'ordine. Nella seconda metà del XVI secolo, insieme ai monasteri di Palermo e Marsala, passò ai Gesuiti. La prima identificazione dell'isola con l'antica Mozia risale al viaggiatore e studioso tedesco Filippo Cluverio nel XVII secolo e notizie dei resti archeologici sull'isola si hanno nei testi di diversi eruditi del Settecento. Nel 1792 fu data come feudo al notaio Rosario Alagna di Mozia insignito con il titolo di Barone di Mothia. Sotto il suo patrocinio sono incominciati i primi scavi archeologici. Il barone fu nominato sovrintendente alle antichità del territorio di Trapani e diresse alcuni scavi su ordine del monsignor Airoldi, rinvenendo nel 1793 un gruppo scultoreo riproducente due leoni che azzannano un toro; i reperti archeologici sono oggi conservati ed esposti al museo Whitaker dell'isola. Agli inizi del Novecento l'intera isola fu acquistata da Joseph Whitaker, archeologo ed erede di una famiglia inglese che si era trasferita in Sicilia arricchendosi con la produzione del marsala. Fu lui a promuovere i primi veri e propri scavi archeologici, che iniziarono nel 1906 e proseguirono fino al 1929: si misero in luce il santuario fenicio-punico del Cappiddazzu, parte della necropoli arcaica, la cosiddetta Casa dei Mosaici, l'area del tofet, le zone di Porta Nord e di Porta Sud e della Casermetta; Whitaker si occupò inoltre della sistemazione degli scavi, acquistando l'isola e sistemandovi il museo.
CONTATTI
- Mozia, 91025 Marsala TP
- 349-6256508